L'arte profonda del pittore e scultore Zbyněk Sekal (Praga, 1923-Vienna, 1998) è protagonista di una mostra al Belvedere 21 di Vienna, che include circa settanta oggetti testimonianti la sua vita da fuggitivo, il suo isolamento e la sua solitudine. Fattori più che mai attuali se confrontati con gli sconvoglimenti connessi alla crisi di oggi.
Assai profilico e influenzato dalla filosofia dell'estremo oriente e dalla tradizione surrealista, l'artista ha dato vita a opere che raccontano personali esperienze, da cui trapela il suo desiderio di libertà e la sua attudine al pensiero critico. Non è secondaria l'influenza esercitata da un lungo periodo di prigionia a Praga, tra il 1941 e il 1945, e nei campi di concetramento. Spunti significativi per la sua opera furono la filosofia marxista e il movimento artistico surrealista. Grande importanza ebbe la figura umana, benchè essa, nel tempo, si dissolverà quasi del tutto in strutture materiali e astratte. Altrettanto importanti per la sua produzione artistica furono la fenomenologia di Martin Heidegger, l'esistenzialismo di Jean-Paul Sartre e l'opera letteraria di Franz Kafka, nonchè i propri conflitti interiori e il confronto con le tematiche del confinamento e della libertà.
La mostra, curata da Harald Krejci, presenta oltre settanta opere, che illustrano l'orientamento intellettuale di Sekal come poeta della materia, pensatore critico e attento osservatore. Il lavoro dell'artista mostra spesso un individuo in un mondo apparentemente labirintico dove ognuno, fragile, è in pericolo di alienazione.
[Immagine: Zbyněk Sekal, Untitled, undated, Private collection
Photo: Johannes Stoll - Belvedere, Vienna © Bildrecht Vienna 2020]
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