L'associazione culturale Febo e Dafne di Torino presenta la mostra personale di Marco Longo Orizzonti. Le imperfezioni dell’anima a cura di Simonetta Pavanello. La mostra è accompagnata da un catalogo con testo critico della curatrice.
Marco Longo è un pittore raffinato la cui opera traduce in maniera personale e contemporanea una tradizione che deriva dalla scuola dei suoi maestri dell’Accademia Albertina: Sergio Saroni e Giorgio Avigdor. La mostra “Orizzonti. Le imperfezioni dell’anima” propone una serie di opere che hanno come soggetto paesaggi naturalistici, squarci di periferie velati da una sottile atmosfera uggiosa, quasi malinconica. I suoi quadri coinvolgono attivamente lo spettatore e lo invitano ad un’osservazione attenta. Da lontano, infatti, appaiono come scene indefinite, toni di grigi e chiaroscuri, che vanno a delinearsi a mano a mano che l’osservatore gli si avvicina. Più si rimane a contemplarli più si viene rapiti da quelle atmosfere, come se con l’immaginazione si potesse entrare direttamente all’interno di quei paesaggi onirici.
Pittore per vocazione, l’artista persegue una sua personale cifra stilistica che mescola le tradizionali tecniche di pittura e di disegno ad uno strumentale uso dell’immagine fotografica. Longo dapprima cattura le immagini con l’obiettivo e poi le restituisce sulla tela trasformate in mondi soffusi, tradotte in atmosfere pittoriche. “In un silenzio rarefatto, che accompagna le giornate di pioggia autunnali, l’artista ci immerge nella dimensione ovattata delle periferie urbane, dove la luce riflessa taglia la prospettiva e ci costringe ad affinare lo sguardo” (Simonetta Pavanello).
Ecco che la tecnica accademica trapassa il medium e diventa, nella sua fruizione, uno stato d’animo che pone lo spettatore in contatto con un livello più profondo, di consapevolezza.
“Nelle opere di Marco Longo lo spazio bianco è funzionale alla creazione degli orizzonti a cui volge lo sguardo, frammenti di piani che sbiadiscono nell’assenza di superficie. Una ricerca stilistica che l’artista ha affinato negli anni, lavorando direttamente sulla trama della tela per sovrapposizioni monocromatiche, declinate sull’intensità dei bianchi, dei neri e dei bruni nelle diverse tonalità delle terre d’ombra. […]
Le sue visioni sono paesaggi dell’anima che ogni uomo deve attraversare per ricongiungersi al proprio luogo di appartenenza.” Dal testo della curatrice Simonetta Pavanello.
[Immagine: Marco Longo, Senza Titolo, 2020, olio su tela, cm. 85 x 30]
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