Soggetto: Cerith Wyn Evans
, Via Chiese, 2, Milano, MI, Lombardia, Italia |
Concepita come una composizione armonica di luce, energia e suono, “….the Illuminating Gas” è la più grande mostra mai realizzata da Cerith Wyn Evans (Llanelli, Galles, Regno Unito, 1958; vive e lavora a Londra) e presenta una straordinaria selezione di ventiquattro opere tra sculture storiche, complesse installazioni monumentali e nuove produzioni, che offrono ai visitatori un’esperienza sinestetica unica.
Dopo gli esordi come filmmaker, dagli anni Novanta Cerith Wyn Evans si dedica alla realizzazione di sculture, interventi site specific e perfomativi che si caratterizzano per l’utilizzo di elementi e materiali effimeri come la luce e il suono, e per la centralità della dimensione temporale nella fruizione dell’opera. La ricerca dell’artista si focalizza sulla percezione, sul potenziale del linguaggio e della comunicazione, mettendo in discussione la nostra nozione di realtà.
Nella loro eleganza ed equilibrio formale, i lavori di Cerith Wyn Evans attingono a una complessità di riferimenti e citazioni – dalla letteratura, alla musica, filosofia, fotografia, poesia, storia dell’arte, astronomia e scienza – che vengono declinati in forme del tutto nuove attraverso un articolato processo di montaggio. Questa operazione avviene sia attraverso l’impiego di materiali testuali che, decontestualizzati, vengono tradotti in un linguaggio luminoso – ad esempio sotto forma di scritte al neon, fuochi d’artificio o pulsazioni di luce – sia trasponendo in sculture l’immaginario di artisti storici, come Marcel Duchamp, o il repertorio di gesti del teatro giapponese Noh, come nella serie Neon Forms (after Noh) (2015-2019).
Il progetto espositivo include una nuova configurazione di Forms in Space…by Light (in Time) (2017), originariamente concepita per le Duveen Galleries della Tate Britain di Londra e StarStarStar/Steer (totransversephoton) (2019), opera appositamente realizzata per la mostra, che ne apre il percorso creando una coreografia di luci e ombre che a intermittenza invadono lo spazio.
Tra le istituzioni di rilievo internazionale che hanno presentato le sue mostre personali vi sono Museo Tamayo, Città del Messico (2018); Duveen Galleries, Tate Britain, Londra, Museum Haus Konstruktiv, Zurigo (2017); Museion, Bolzano (2015); Serpentine Sackler Gallery, Londra (2014); Thyssen-Bornemisza Art Contemporary, Vienna (2013); Schinkel Pavilion, Berlino (2012); Wiener Staatsoper, Vienna, Kunsthall Bergen (2011); MUSAC, León (2008); Kunsthaus Gratz (2007); ICA – Institute of Contemporary Arts, Londra, ARC/Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris (2006); MIT Visual Arts Centre, Boston (2004); Centre for Contemporary Art, Kitakyushu, Giappone (1998).
I suoi lavori sono stati, inoltre, inclusi in importanti rassegne collettive, tra cui: 14ma Biennale di Lione, Skulptur Projekte, Münster, 57ma Biennale di Venezia (2017); 4a Biennale di Mosca (2011); Aichi Triennale, Nagoya (2010); 12ma Biennale di Architettura di Venezia (2010); 9a Biennale di Istanbul (2005); Documenta 11, Kassel (2002). Nel 2003 Cerith Wyn Evans ha rappresentato il Galles alla Biennale di Venezia e partecipato a “Utopia Station”. Nel 2018 è stato premiato con l’Hepworth Prize for Sculpture.
Risorse: Mappa-e-lista-delle-opere-in-mostra_Cerith-Wyn-Evans.pdf
Come arrivare:
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